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venerdì 17 agosto 2018

Paura

Mister Donald Trump può essere criticato fin che si vuole: dalla zazzera color arancione alle prese di posizione internazionali non fa mancare occasioni di polemica. Tuttavia, Trump, da quando è diventato Presidente degli Stati Uniti d'America, agisce in nome e per conto di un'intera nazione, una grande nazione, capace di giocare da sola sugli scenari globali.

I ministri del nostro governo, quasi tutti eletti dal popolo, invece continuano ad agire in nome e per conto solo di quella parte del popolo che li ha eletti, nel chiaro intento di continuare ad acquisirne il consenso ed essere rieletti. Fanno sempre appello al popolo e si scaldano contro il mercato, tralasciando maliziosamente il fatto che popolo e mercato sono la stessa cosa.

Qualunque membro del popolo abbia messo da parte qualche risparmio o contratto un mutuo, attenda la liquidazione o faccia cambiare le finestre di casa, cerchi un nuovo lavoro o un suo posto nel mondo, allora diventa parte del mercato.

Se poi, come inevitabile, quel popolo usa Internet, oh se fa parte del mercato! Come minimo, usa i prodotti delle odiate multinazionali magari per poterle criticare, cede continuamente i suoi dati in cambio di servizi apparentemente gratuiti, in molti casi va anche ad ingrassare delle srl locali.

Mister Donald Trump ha adottato una politica di protezionismo delle imprese americane che non ci piace, ma mi piace ancor meno che i rappresentanti del nostro Stato si scaglino contro le imprese, anziché favorirne lo sviluppo. Il popolo, infatti, lavora nelle odiate imprese che operano sul mercato, qualche volta lo fa con passione e mettendoci del suo, potrebbe perfino essere contento e orgoglioso di un successo al quale ha contribuito anche con il suo lavoro.

Mistificare ad arte questi fatti, comportarsi come agitatori di folle anziché come rappresentanti dello Stato: questo sanno fare i ministri del nostro governo. Governare una nazione è un'altra cosa, soprattutto se è piccola, litigiosa ed ha molti endemici problemi.

Giuro che in più di sessant'anni non ho mai avuto così paura.

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