Durante il corteggiamento il tacchino fa la ruota, per il resto conduce una vita abbastanza piatta prima di finire in tavola fino a quando, se proprio gli va bene, lo serviranno durante il pranzo di Natale con la pancia riempita di prugne o castagne. Quasi in memoria di quella ruota variopinta lo agghinderanno per bene tanto da far spalancare la bocca dei commensali al momento della sua plateale presentazione e qualcuno scatterà un selfie con il piatto forte della festa. Nella maggior parte dei casi, però, finirà a fettine cucinate alla svelta in qualche serata ordinaria di metà settimana o, peggio, consumato fino alla nausea da salutisti frustrati nelle calorie e nel piacere.
Il gallo non fa la ruota, ma ogni mattina sveglia e tiene allegra tutta una comunità con il suo canto, sia esso "chicchirichì", "cook-a-doodle-doo" o "cocoricò": paese che vai verso che trovi. Per il resto della giornata passeggia impettito nel pollaio oppure, invecchiato, si trascina con i bargigli penzolanti.
La gallina conduce sempre più o meno la stessa operosa vita con lo stesso coccodè, depone ogni giorno il suo uovo anche quando il gallo non le salta sulle piume, così è insostituibile alla produzione di frittate, tajarin, zabaglione e ogni sorta di leccornie soddisfacendo palati raffinati anche con un semplice à la coque. Termina il suo cammino terreno consumandosi nel famoso buon brodo.
L'essere umano di genere maschile, quando è a caccia di signore, si mostra attraente, diventa interessante e mette sulla ruota le sue qualità migliori. Una volta conquistata la preda, abbassa la sua verve e tende a spiaggiarsi su un divano, limitandosi a sporadici ritorni di fiamma. Viene dunque spontaneo pensare che per un maschio il mondo è ciò che ruota attorno al suo pisello, poi si trasforma in ciò che ruota attorno ad una gola infiammata, un arto dolorante o una pustola sul naso.
Eppure noi pollastre ci caschiamo sempre: sospiriamo e spasimiamo pensando a quella ruota che ci ha conquistate la prima volta, ci incaponiamo invano per ricreare quel po' di atmosfera che abbiamo letto nei romanzi o visto al cinema, versiamo persino qualche lacrima o ci lasciamo affascinare da un galletto di passaggio.
L'essere umano di genere maschile, quando è a caccia di signore, si mostra attraente, diventa interessante e mette sulla ruota le sue qualità migliori. Una volta conquistata la preda, abbassa la sua verve e tende a spiaggiarsi su un divano, limitandosi a sporadici ritorni di fiamma. Viene dunque spontaneo pensare che per un maschio il mondo è ciò che ruota attorno al suo pisello, poi si trasforma in ciò che ruota attorno ad una gola infiammata, un arto dolorante o una pustola sul naso.
Eppure noi pollastre ci caschiamo sempre: sospiriamo e spasimiamo pensando a quella ruota che ci ha conquistate la prima volta, ci incaponiamo invano per ricreare quel po' di atmosfera che abbiamo letto nei romanzi o visto al cinema, versiamo persino qualche lacrima o ci lasciamo affascinare da un galletto di passaggio.
Non possiamo perder molto tempo a sbavare dietro ai galli, però: dobbiamo continuare per la nostra strada ed abbiamo tante cose da fare per deporre ogni giorno il nostro bravo uovo.
Il problema è quello della struttura di mercato. Il monopolista se la spassa. Viva la libera concorrenza.
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RispondiEliminaSolo a 58 anni ho imparato che la ruota non funziona più e che la crema fatta in casa è migliore di ogni altro dolce al mondo. Aspetto di trovare ciò che saprà soddisfare il mio orgoglio maschile, chissà in che modo. Sempre tempesta tra cuore e cervello.
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