Ho pensato a quanti scambi economici, diplomatici e culturali hanno forgiato ciò che siamo diventati. Mi piace pensare che i nostri ragazzi Erasmus siano proprio i nipotini di quegli artisti, militari e scienziati che quattrocento anni fa attraversavano l'Europa.
Ora il nostro compito è andare avanti con l'Europa e scrivere il prossimo capitolo fatto di sviluppo, di opere, di lavoro, di ricerca, di cultura e di solidarietà. Probabilmente ci serviranno regole nuove e nuovi modi per convivere, ma questa è la sfida che abbiamo davanti.
Chiudersi nel piccolo mondo dei nostri attuali confini può sembrare rassicurante, ma ci riporterebbe soltanto indietro ad antichi e sanguinosi conflitti.
Nella bellezza del passato possiamo trovare l'energia per dire una grande SÌ all'Europa.
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