I
cittadini di Torino due anni fa hanno riempito le piazze per affermare il
desiderio di continuare i lavori di realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione.
In quel periodo erano al Governo i sostenitori di ideologie basate sulla
cosiddetta "decrescita felice" e contrari ad un'opera che, a loro
parere, serviva al massimo per portare mozzarelle a Lione.
Per i Torinesi e i Piemontesi, invece, questa linea rappresenta l'opportunità di collegarsi al resto d'Europa e del mondo, in modo da attrarre più facilmente attività produttive e di trasformazione, un importante polo logistico e perfino occasioni di sviluppo turistico. Inoltre, in una fase storica in cui è vitale il rispetto per l'ambiente e la diminuzione delle emissioni, il treno rappresenta un modo importante di combattere l'inquinamento, soprattutto in una valle continuamente attraversata dai camion.
Le piazze di Torino hanno indotto un cambiamento di rotta ed hanno permesso la ripresa delle attività progettuali e di lancio dei bandi di gara, mentre a livello politico si è scelto di tenere un profilo basso per non disturbate il manovratore.
In realtà, il tema TAV, non sufficientemente chiarito tra gli alleati di Governo, è rimasto un argomento scomodo e quasi intoccabile. Infatti, non è più stato nominato un Commissario neanche ora che per altre opere ne sono stati nominati ben 57, l'Osservatorio è fermo e sono a rischio 750 milioni di finanziamenti per la tratta ferroviaria italiana a valle del tunnel.
In compenso, in concomitanza con l'avvio dei lavori per l'autoporto di Susa, sono ripartiti gli attacchi alle forze armate e gli atti di teppismo, con la connivenza e tolleranza di alcuni sindaci della Valle e di esponenti politici torinesi. Questi atti sono contro la legge e non possono essere tollerati.
Forse in altre parti d'Italia l'argomento interessa poco perché le linee ad alta velocità vengono comunque realizzate, ma noi Piemontesi dobbiamo essere consci che, se non vogliamo precipitare definitivamente nel declino e nella povertà, non possiamo assolutamente perdere questo treno. Dobbiamo mobiliarci come cittadini, allearci con le moltissime persone della Valsusa che vogliono la TAV per costruirsi un futuro, fare pressione con gli esponenti politici affinché difendano gli interessi dei Piemonte.
Ora o mai più.
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