Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere Torino in data 7 aprile 2021 con il titolo: "L'alleanza PD-M5S vuota di contenuti"
Ferve in città e a livello nazionale il dibattito sull'opportunità o meno di stringere un'alleanza politica tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, da attuarsi a partire dalla campagna elettorale d'autunno per eleggere dei nuovi Sindaci e Consigli Comunali delle grandi città.
Mi spiace constatare che, ancora una volta, il dibattito ferve
sul tema "alleanza sì o no" e sul nome della persona candidata alla
guida della città, mentre sui contenuti si registra un glissons,
legittimato dall'affermazione che la priorità è "battere le destre",
slogan sventolato come un mantra.
Purtroppo, quando il cemento di un'alleanza è solo la
necessità di battere qualcun altro, l'unione fa la debolezza, anzi la sconfitta
di entrambi si può facilmente prevedere. Infatti, per costruire coalizioni che
durino e producano i loro effetti, è indispensabile che le parti dichiarino i
loro valori e le loro volontà, in modo da poterne trovare la parte in comune,
da arricchire e potenziare per fare insieme qualcosa di più grande delle
singole parti.
Dov'è questo lavoro di dichiarazione di valori tra PD e M5S, soprattutto qui a Torino? Sinceramente, come cittadina, non percepisco nulla di questo, anzi mi pare che le questioni identitarie vengano regolarmente nascoste sotto il tappeto, a partire dalla TAV. Come vogliono la Torino del futuro i due pretendenti? Da entrambe le parti non riesco a percepire un'idea concreta di città, al di là delle etichette irrinunciabili come la sostenibilità, la salute e il lavoro per tutti, facili da pronunciare e difficilissime da realizzare per davvero.
Mi piacerebbe che i fidanzati, in vista del matrimonio,
dicessero chiaramente da che parte stanno sulla TAV, sulla mobilità
metropolitana (anche al PD piacciono soltanto bici e monopattini?), sui grandi
eventi, sulla politica culturale e su come attrarre investimenti industriali.
Dovrebbero anche dire come intendono aumentare gli introiti della città per
finanziare gli investimenti, come vorrebbero intervenire sull'organizzazione
della macchina amministrativa comunale e come intendono attivarsi concretamente
per intercettare i bisogni dei cittadini. Penso che questi temi, soprattutto se
declinati in modo concreto, interessino e possano far appassionare tutti i
cittadini, molto di più del dibattito tra le correnti del PD o le schegge
impazzite del M5S. Di contenuti dobbiamo parlare, se vogliamo tornare a dire
“Passion lives here” come per le Olimpiadi 2006.
Proprio sulla TAV, poi, vorrei sentire da chi si candida a guidare la città che, come prima cosa, dichiarerà Torino “città SÌ TAV”, rientrerà immediatamente nell’Osservatorio e si adoprerà con tutti i Comuni interessati dall'opera per sviluppare un progetto unitario che crei nuove opportunità per Torino e per la Valle di Susa.
Se il PD non ha il coraggio di
dichiarare la sua posizione a favore della TAV, magari per non procurare un
dispiacere al fidanzato M5S, può essere certo di perdere tutti i voti di coloro
che sono scesi in piazza a Torino per dire sì alla TAV e allo sviluppo del
territorio, lasciando così alla sola destra la vittoria della battaglia per
l'Alta Velocità e per il progresso.
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