Pubblicata sul Corriere Torino
Prendo spunto dall'intervento di Dario Gallina sulla necessità di una "svuelta" economica per rilanciare il territorio piemontese e torinese, affermando che concordo pienamente con la sua analisi e con il suo urgente richiamo a tutte le componenti economiche e istituzionali per il rilancio del nostro territorio.
Negli ultimi anni, purtroppo, la mancanza di una politica industriale e di sviluppo delle infrastrutture è stata una costante di chi ha governato la città trascurando l'interesse a lungo termine del territorio.
Alle giuste osservazioni di Gallina, aggiungo che la narrazione diffusa su Torino come una bella città aperta al turismo è fuorviante, anzi sembra fatta apposta per tenere tranquilli gli animi, mentre il turismo non può rimpiazzare l'industria né per volumi di fatturato, né per capacità di ricerca e sviluppo.
Soprattutto, mi preme sottolineare che le modalità con cui oggi stiamo facendo turismo a Torino e dintorni sono quelle tradizionali, molto all'insegna dell'"abbiamo sempre fatto così". Inoltre, la qualità dell'accoglienza non è tra le migliori e sicuramente viene influenzata da altre magagne. Ad esempio, anche il turismo subisce l'eccessiva burocrazia e la cronica mancanza di infrastrutture, come collegamenti ferroviari carenti, autostrade affollate di cantieri che non finiscono mai, mancanza di collegamenti efficienti sulla breve distanza.
Il settore del turismo non è ancora riuscito a riconvertirsi per lavorare in modo più organizzato e industriale, dando così via ad una filiera industriale a supporto.
Infatti, molte piccole attività non utilizzano ancora sistemi gestionali digitali che ottimizzino i flussi e l'efficienza dei processi. Le modalità di fruizione delle opere d'arte e dei musei non sfruttano affatto, come si fa in altri paesi, le opportunità di sviluppo offerte dalle nuove tecnologie, dalla realtà virtuale all'intelligenza artificiale, senza dunque aprire le porte a nuove forme di industria. Sulla promozione del nostro territorio stendo un pietoso velo.
Oggi i nodi vengono al pettine e, se non vogliamo rassegnarci a fare la fine della rana bollita, è venuto il momento di reagire in modo energico e coordinato. Diamoci una "svuelta", se non vogliamo diventare sempre di più una regione di affittacamere che arricchisce solo piattaforme fornite da altri, come Airbnb.
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