Torna
dalla gita scolastica in Maremma e mi racconta che ha visto la torre di Pisa.
Io gli chiedo:"Era dritta?". Lui: "Un po' storta ma non tanto e
se la guardi così (piega il capo su un lato), allora non è più storta".
Morale: guarda le cose dal lato giusto
e tutto avrà un senso.
Dopo
la nascita di Margherita dice alla sua maestra: "Lo sai che mia sorella ha
il mio stesso papà e la mia stessa mamma?"
Morale: per capire come va il mondo meglio togliere che
aggiungere. Ci facevamo tanti problemi pensando a che cosa avremmo dovuto
aggiungere per spiegargli che ci sono sorelle di tipo diverso, anche con padri
e madri diverse e variamente combinati. Lui si è limitato a togliere l'assunto
che le sorelle debbano avere esattamente gli stessi genitori ed ha risolto
tutto.
Appena
nata Margherita, mi chiama al telefono: "Nonna, stanotte è
nata Margherita. Io dormivo, ma papà e mamma erano svegli. Quando mi sono
svegliato, sono andato da mamma e l'ho trovata"
"Mamma,
mi hai fatto proprio una bella sorella!"
"Siamo
una bella famiglia"
"Tanti
tanti anni fa, quando ero piccolo ...."
La famiglia innanzitutto...
Cate
dice a Giacomo che va a lavorare e lui: "Lavori con la ruspa?"
"Mia
mamma mi insegna tante parole"
"Mamma,
quando tu vai via, io piangio"
Mentre
Cate è andata a Torino e Giacomo pranza solo con me a Sestriere, si ferma a
guardarmi e mi chiede: "Tu ce l'hai la mamma?"
Quando
siamo in montagna lontano da sua mamma, le giornate si contano con l'unità di
misura delle nanne. Un giorno, verso mezzogiorno, Giacomo mi chiede quando
ritorna la mamma. Io gli rispondo: "La mamma arriva dopo una
nanna". Lui:"Andiamo a nanna?"
Di mamma ce n'è una sola.
"Sono
contento di questa nonna Gio".
A
me mentre mangia: "Buona questa minestra, l'hai fatta tu?"
In
montagna d'estate appena sveglio: "Che bella giornata! Sei contenta che
andiamo a raccogliere i mirtilli?"
A
me che lo accompagno a sciare in una delle ultime giornate di sci della
stagione, mentre Caterina era a fine gravidanza: "Quando mia mamma torna
magra, viene a sciare con me e tu porti Margherita in carrozzina".
Se non c'è la mamma, anche una nonna può servire, ma poi
torni al suo posto.
"Lo
sai che non sono mai andato al cinema da solo? Vado al cinema coi miei
amici".
Quando la famiglia non c'è, gli amici vanno benissimo.
Giacomo:"Chi
prepara da mangiare per la Muma?"
Io:
"Se ne fa da sola"
Giacomo:
"Ne prepara anche per i suoi bambini?"
Io:
"La Muma non ha bambini"
Giacomo:
"Allora chi le fa compagnia?"
Difficile capire chi vive solo, senza una famiglia.
Tornato
da sciare con la maestra, gli chiedo: "Hai sciato bene oggi."
Lui:"Sì, molto".
Morale: Meglio essere consci dei propri successi e mai
buttarsi giù.
Sciando: "Tu,
nonna, non cadi mai?"
Io
gli dico che siamo in un punto difficile e lui: "Difficile per me".
"Gli
scarponi li sgancio io perchè sono miei"
Quando
era abbastanza piccolo, salendo in auto gli chiedo: "Ce la fai da solo o
hai bisogno di aiuto?". Lui mi risponde: "Magari mi guardi!"
Morale: grazie per la fiducia accordatami, ma non mi lasciate
proprio solo!
A
proposito di calcio: "Stanotte ho sognato che mi allenava Antonio
Conte"
Mi
ha fatto vedere la sua borsa da calcio, enorme per la sua statura. Mi ha detto
che lui è il più piccolo, ma si veste tutto da solo, poi si fa legare le scarpe
dal mister.
"I
miei amici mi diciono che sono piccolo, ma io sono grande, vero?"
Morale: è la statura morale quella che conta.
Dopo
avere avuto un incidente in motorino con il nonno Gigi ed essersi presi tutti
un bello spavento: "Sono andato sulla macchina della Polizia, ma non da
ladro".
Morale: anche nelle esperienze più dure c'è qualche lato
interessante.
"A
Capraia ci sono le capre? Alla Gallinara ci sono le galline?"
Morale: ma come cavolo danno i nomi alle isole?
Mangia
Nutella sporcandosi tutte le guance e, quando lo sgrido, mi risponde:
"Così ho la faccia nera come Balotelli!!"
Giocare bene a calcio è più importante del colore della
pelle.
"Tu
parli inglese? Parli francese? Parli tedesco?"
Dal
medico dice qualche parole in inglese. Il medico: "Che bravo! Parli
inglese." Giacomo: "Sì, ma parlo anche italiano".
"La
bandiera Canadian è stupenda!"
Canta
sull'aria dell'inno di Mameli: "Fratelli Canadian".
Morale: una patria ci vuole, due sono anche meglio.
A
Fabri, mostrando una costruzione fatta con il Lego: "Ti ho fatto un aereo
per andare a Roma!"
"Mi
fai vedere la Pimpa alla tele?". Io: "No, adesso non c'è".
Giacomo: "Allora fammela vedere sul computer che lì c'è sempre!"
Giocando
con l'iPad della Canadian baby sitter: "Cathy mi ha scaricato delle
application per toddlers"
Quando
gli racconto un episodio, Giacomo mi chiede: " E' vero? C'è anche
sull'iPad"?
La tecnologia non ha segreti e dice sempre la verità.
"Tu
chi sei di Hansel e Gretel?"
"Tu
chi sei della Carica dei 101? Io sono Lucky"
Morale:
facciamo finta che le favole siano vere...
"Vieni
a giocare a gol?" E io: "Possiamo giocare a un altro gioco?"
Giacomo: "A palla!"
Al
telefono: "Io sto dormendo mentre guardo Toy Story. E tu, che cosa stai
facendo?"
Giacomo:
"Ho preso l'aereo che mi ha portato a Torino". Io: "Dov'eri
prima?" Giacomo: "In aereo!"
"L'acqua
va via se la lavi?"
Si intuisce che la logica classica lascia quesiti irrisolti. L'ultima
sembra un'osservazione di Bertrand Russell.
Quando era un po' più piccolo...
"Robin
Hood ruba ai ricci per dare ai poveri"
"Ci
sono amici e namici"
"Io
ho due O, ma non sono vicine perchè in mezzo c'è la M"
"Ho
due cani, uno è più maschio, l'altro è più femmina"
"A
casa ho un cane fatto di pupazzo"
Prendo
il temperino per fare la punta alle matite. Giacomo: "Vai a
punturarle?"
A
casa di mia mamma prende pennarelli e materiali da disegno, ma esita nel
disporli sul tavolo e dice: "Tu, nonna, non ce l'hai una tovaglia per non
sporcare? Mia mamma mi mette sempre una tovaglia per non sporcare".
Io:
"Domani andiamo a fare un picnic". Giacomo: "Punge?"
"Io
mi ho tolto la maglietta da solo e sono stato tutto nudo"
"Adesso
non si gioca, si fa clean up!"
A
mia mamma: "Mettiti i cocchiali e legghimi i libri"
"Viva
la pasta al pesto" sull'aria di Vivalapappacolpomodoro
Picnic
in montagna, un amico tira fuori una tavoletta e dice:"Chi vuole il
cioccolato?". Giacomo piccolissimo, che non ha quasi mai pronunciato
parola fino a quel momento, si alza di scatto e dice: "Io io tato
tato".
Morale: la parola serve a raggiungere uno scopo preciso
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