Quante volte nella vita ci si può innamorare? Mah, dipende. Una, nessuna, centomila, forse qualche volta. A qualcuno capita "una tantum", di solito da adolescente, viene ricambiato e resta fedele (o quasi) per tutta la vita, oppure viene deluso e non ci casca mai più. Invece qualcuno, derelitto, passa l'intera esistenza incapace di perdere la testa e la ragione per un altro essere umano, senza mai conoscere davvero la follia e la profondità del sentimento più travolgente che ci è dato di provare. Qualcuno poi vola di fiore in fiore con la testa sempre in cimbali, senza mai riuscire a costruire un rapporto che duri di più dell'"espace d'un matin".
In tempi in cui la statistica ci dice che l'aspettativa di vita supera gli ottant'anni e continua ad aumentare, la situazione più consueta è forse quella di chi si innamora qualche volta, né troppo né troppo poco. Quante volte? Quattro? Otto? Trentadue? Mah, dipende. Gli psicologi hanno certamente messo sotto osservazione il fenomeno, preparato questionari da sottoporre a campioni significativi della popolazione, misurato e disegnato su grafici colorati il numero e la durata media degli innamoramenti.
Io penso che, se fosse possibile aprire una vertenza sindacale con il DURC, Dispensatore Universale di Regole di Convivenza, bisognerebbe chiedere una licenza speciale per ogni innamoramento ricambiato: trenta giorni solari di sospensione da ogni attività e da ogni dovere, trenta giorni per tuffarsi nella passione e viversela fino in fondo. Eventualmente si potrebbe trattare sul numero di giorni (venti? Mai meno di quindici!), ma in quel periodo dovrebbe essere garantito il diritto di sparizione in luogo introvabile, l'irraggiungibilità con ogni mezzo e la dispensa da chat o social network. Sono sicura che pochi ne usufruirebbero per piu di dieci volte e, dato il ritorno in felicità generale, alla fine il PIL ne guadagnerebbe.
In tempi in cui la statistica ci dice che l'aspettativa di vita supera gli ottant'anni e continua ad aumentare, la situazione più consueta è forse quella di chi si innamora qualche volta, né troppo né troppo poco. Quante volte? Quattro? Otto? Trentadue? Mah, dipende. Gli psicologi hanno certamente messo sotto osservazione il fenomeno, preparato questionari da sottoporre a campioni significativi della popolazione, misurato e disegnato su grafici colorati il numero e la durata media degli innamoramenti.
Io penso che, se fosse possibile aprire una vertenza sindacale con il DURC, Dispensatore Universale di Regole di Convivenza, bisognerebbe chiedere una licenza speciale per ogni innamoramento ricambiato: trenta giorni solari di sospensione da ogni attività e da ogni dovere, trenta giorni per tuffarsi nella passione e viversela fino in fondo. Eventualmente si potrebbe trattare sul numero di giorni (venti? Mai meno di quindici!), ma in quel periodo dovrebbe essere garantito il diritto di sparizione in luogo introvabile, l'irraggiungibilità con ogni mezzo e la dispensa da chat o social network. Sono sicura che pochi ne usufruirebbero per piu di dieci volte e, dato il ritorno in felicità generale, alla fine il PIL ne guadagnerebbe.
Innamorarsi è una magia che non si può cercare né prevedere, non si può mettere in conto né si può discutere, non si può combattere e nemmeno far finta di niente. Inglesi e francesi parlano di "cadere" innamorati proprio per sottolineare l'ineluttabilità del fenomeno. Certo, si può non essere corrisposti, si può non dar corso ad una vera e propria relazione, si può soffrire e macerare in solitudine aspettando che finisca, ma negare proprio non si può e il sentimento ci invade totalmente. Si possono avere contemporaneamente più partner, si possono coltivare più relazioni sentimentali, si possono perfino amare più persone nello stesso momento, ma le farfalle nello stomaco sbattono le ali sempre e solo per una alla volta.
Che succede poi, ogni volta che ci si innamora? Mah, dipende. Può avere inizio una storia che aspettavamo da tanto tempo, può scoccare la scintilla per una relazione travolgente che non cercavamo affatto, possiamo intraprendere una corsa ad ostacoli (i social network hanno addirittura coniato l'espressione "in una relazione complicata" per descrivere situazioni amorose non proprio lineari). Se l'altra persona non ne vuole sapere, siamo condannati a soffrire ed aspettare che la sindrome si attenui fino a scomparire, ben consci che, senza la possibilità di sfogarsi, la fiamma brucerà ancora più a lungo.
Le storie significative lasciano tracce, modellano il nostro carattere e arricchiscono quella che si usa chiamare esperienza di vita. Forse la situazione più bella è quella in cui si vive fino in fondo, si fanno passi e progetti finché la passione si consuma e finisce da sola per esaurimento naturale lasciando il posto ad altri sentimenti come l'affetto, l'amicizia e la complicità, ingredienti necessari per una vita serena in comune, che può continuare anche se uno dei due rimane folgorato per un po' da un'altra persona, qualche volta.
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