Il 17 marzo ricorre l'anniversario della proclamazione del Regno d'Italia e spiace constatare che questa data venga ingiustamente trascurata. Spiace anche vedere qua e là bandiere italiane lacere o strappate, a volte anche su edifici pubblici o - peggio - scuole (purtroppo si vedono esempi anche nel centro di Torino). Spiace vedere che, fatta l'Italia, dopo 161 anni siamo ancora cosi lontani dal fare gli Italiani.
Eppure, definirsi ed essere
orgogliosi di essere Italiani non è una diminutio rispetto al sentirsi
Europei, Occidentali o cittadini del mondo. Semmai, è proprio il contrario:
solo chi ha una forte identità si può confrontare a testa alta con chiunque,
usando il dialogo e non l'aggressione. Solo chi ha chiari i propri valori e
regolarmente li "ripassa" celebrandoli, poi è in grado di rispettare
i valori degli altri e magari elaborarne di più grandi.
In tempi in cui l'aggressione pervade i rapporti internazionali e interpersonali, dovremmo guardare la nostra storia con maggior riconoscenza per chi prima di noi l'ha costruita: solo così possiamo sperare di scrivere degnamente il nostro pezzo di storia. Inoltre, solo se siamo fieri di sventolare la nostra bandiera, allora possiamo avvicinarla in amicizia a quella degli altri. Il resto è ciò che, purtroppo, abbiamo sotto gli occhi.
Nessun commento:
Posta un commento