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venerdì 23 agosto 2024

Torino e la montagna

 Se New York è unica per lo skyline dei suoi grattacieli, nessuna città può vantare un orizzonte di montagne come Torino. Eppure, a meno che un visitatore sia particolarmente attento e la giornata sia particolarmente limpida, quando ci si trova a Torino non si sa che la città è circondata dalle Alpi. 

D'altra parte, visitando le montagne piemontesi, anche le più sviluppate valli olimpiche, difficilmente si riesce a sapere che a pochi chilometri di distanza si potrebbe visitare la prima capitale dell'Italia e dell'industria. Tanto per fare un esempio recente, a Sestriere uno dei più grandi ed evidenti spazi pubblicitari propone la mozzarella di Puglia e l’unico cartellone che invita a recarsi in città è quello del Torino Outlet Village.

Quanto Torino riesce a raccontare delle sue montagne a chi arriva da altrove per lavoro, per studio o per turismo? Quanto le montagne raccontano di Torino a chi è arrivato per la settimana bianca o per una competizione in bicicletta? Maggiore connessione tra città e montagne potrebbe portare vantaggi a tutti: maggior offerta turistica, nuove attività economiche, più ampia offerta abitativa, ampliamento delle stagioni di attrattività delle valli. Se poi si riuscissero ad unire le nuove tecnologie alle bellezze naturali, in primis per guidare lo sviluppo ecosostenibile, e poi per ampliare le esperienze, allora davvero potrebbero aumentare anche la ricchezza e la felicità.

Proviamo allora a fare un sogno. Torino 2040: arriviamo a Porta Susa con un treno veloce proveniente da un'altra destinazione europea o da un’altra città italiana e, proprio alla stazione, troviamo un grande centro di accoglienza dedicato alla montagna, con un assaggio di quel che ci aspetta. Ci sono postazioni che illustrano le caratteristiche delle valli, informazioni per i viaggiatori, proposta di percorsi di vario tipo, guide turistiche personalizzate con tecniche di intelligenza artificiale, visite multimediali per prepararsi all’esperienza, attività per i piccoli, aiuto per i disabili.

Se poi decidiamo davvero di visitare una delle valli piemontesi, possiamo facilmente prendere un treno fino al centro principale (Susa o Ciriè, ad esempio) e poi sperimentare i nuovi trasporti locali, ecosostenibili e dimensionati in modo dinamico in base alle richieste, magari anche a guida autonoma. Una volta giunti in montagna possiamo apprezzare la tranquillità dovuta anche al fatto che in Val Susa la TAV ha liberato le strade dai camion, possiamo visitare luoghi storici e monumenti artistici, vedere testimonianze del lavoro e della vita quotidiana del passato, apprendere il valore di attività agricole, artigianali e gastronomiche. Incontriamo mostre con artisti contemporanei che interpretano il territorio in chiave nuova, conosciamo imprese innovative che mostrano i loro esperimenti in ambiente protetto, pratichiamo gli sport preferiti e ovunque veniamo accolti con squisita gentilezza e grande professionalità.

Un posto così, dotato di tutte le infrastrutture necessarie per realizzare i sogni, potrebbe attirare non solo turisti, ma anche persone che decidono di rimanere per un periodo più lungo e lavorare sui monti, poi potrebbe diventare sede di eventi internazionali importanti, magari attirando architetti in grado di immaginare forme nuove per luoghi di ospitalità e aggregazione. In questo modo si potrebbe generare ricchezza sia per la montagna che per la città.

Bello, vero? Se riuscissimo a lavorare uniti per questo obiettivo, raggruppando intorno a questo sogno forze politiche, operatori economici, scuole di formazione specifica e tante persone di buona volontà, probabilmente ci vorrebbe una quindicina d’anni di duro lavoro per vedere i primi frutti, ma avremmo investito in un progetto strategico che potrebbe darci prosperità a lungo. Certo, bisognerebbe alzare lo sguardo oltre il puro tornaconto delle prossime elezioni, ma questo è indispensabile ogni volta che si vogliono fare le cose in grande. L’alternativa è continuare a parlare per attirare voti e, intanto, assistere al declino che rende più povere sia la città che la montagna.


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