Cerca nel blog

sabato 26 dicembre 2015

Piero


Avrà trent'anni per sempre chi se n'è andato trent'anni fa.

Se è andato all'improvviso senza finire il libro che stava leggendo, senza vedere realizzarsi molti progetti, senza trasmettere qualcosa ad un figlio. Non ha conosciuto la caduta del Muro, la crisi economica, i calcoli renali né quelli dell'INPS. Non ha accudito genitori invecchiati, non ha sofferto per amori spezzati, non ha assaggiato nuovi gelati.

Restano poche fotografie stampate su carta che con il tempo sbiadisce, un vecchio pullover e qualche riga scritta di suo pugno su fogli di quaderno. Resta a me il suono della sua voce con la esse un po' pizzicata e l'istantanea delle sue mani fini, ma il segnalibro è sempre allo stesso punto dello stesso libro.

Ho smesso di chiedermi perché o che cosa farebbe ora, se avesse avuto la possibilità di continuare a vivere. Ho smesso di soffrire per la sua mancanza, ho smesso di apparecchiare la tavola per lui o di sognare di incontrarlo anche solo per una passeggiata. Non c'è una ragione per il suo passaggio così rapido, per il suo arrivare nel mondo e nella mia vita, per il suo sparire di un colpo, quasi senza salutare. Trent'anni fa ho chinato il capo, ho cercato forza dentro di me e ho tirato avanti.

Ora ho una casa piena di persone meravigliose arrivate dopo di lui, forse a qualcuno ho parlato o mostrato una vecchia fotografia. Poi ho dentro qualcosa di molto più forte di un ricordo: è un pezzo del mio stomaco dove c'è lui che ride o sale di corsa le scale di casa. 

Chissà, forse aveva fretta.

Nessun commento:

Posta un commento