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domenica 17 gennaio 2021

Ora è tempo di esagerare

Articolo pubblicato sul Corriere Torino il 17 gennaio 2021 con il titolo: "Una città che inventa tecnologie e nuovi modi di vivere. E' ora di dire: "Esageruma" "

L’esageruma nen dei Torinesi ha un cugino illustre nell’understatement inglese e dà alla città quel carattere di sobrietà e moderazione che la contraddistinguono. Forse, grazie anche a questa caratteristica, Torino è riuscita negli anni a compiere grandi trasformazioni senza troppo clamore. L’Unità d’Italia, la rivoluzione industriale, le Olimpiadi Invernali, tutti successi che hanno portato Torino all’onor del mondo, sono frutto di grande lavoro, disciplina e, tutto sommato, compostezza nei modi. 

Ora però, a differenza di quanto avvenuto nei grandi momenti in cui Torino ha saputo guardare avanti, l’esageruma nen è diventato un freno alle ambizioni e ai progetti di lungo respiro: la città sembra imbalsamata e rassegnata ad un futuro minore, stretta nel suo angolo ai piedi delle montagne, sempre più piccola e sempre più povera.

Eppure, proprio adesso serve rovesciare questa mesta visione, alzare lo sguardo ed immaginare le enormi possibilità di sviluppo che ci sono sotto e intorno alla Mole, in un territorio straordinario posto al centro dell’Europa. È venuto il momento di dire: “Esageruma” per disegnare e realizzare ciò che vorremmo negli anni futuri: una città che inventa nuove tecnologie e nuovi modi di vivere insieme, una città che lavora nelle sue industrie sempre più caratterizzate dalla capacità di produrre non solo oggetti come le automobili, ma servizi integrati per la mobilità sostenibile di persone e cose. Riuscire a fare questo salto in avanti nella ricerca, sviluppo e produzione aprirà opportunità anche a molte attività del commercio e del terziario, che con la loro presenza fisica possono aumentare la qualità della vita urbana. Infatti, mai come durante la pandemia abbiamo sentito la mancanza di locali aperti, quartieri brulicanti, di folla e di rumore: tutte emozioni e storie che non si possono acquistare online. 

La trasformazione digitale sarà determinante nel rinnovamento dei processi produttivi e dei servizi, ma Torino potrebbe essere pioniera nell’applicarla anche ai beni artistici e culturali per creare nuovi modi di collegare e rendere più fruibile il patrimonio immenso che abbiamo ricevuto in eredità dalle passate generazioni. Ricongiungere tecnologie e scienze umane sarà la base dell’umanesimo digitale che può restituire coscienza critica ai tecnologi e opportunità ai laureati in discipline umanistiche che oggi fanno molta fatica a trovare lavoro.

La città dovrà pensare a se stessa come Gran Torino, con una corona di montagne che non ha eguali, in una posizione quasi unica al mondo. Infatti, possiamo diventare molto più attrattivi se riusciamo a connettere e valorizzare l’intera Città Metropolitana, cosa che potrebbe farne una meta ambitissima per un turismo di qualità, oltre che un territorio ricco di opportunità abitative ed economiche.

Soprattutto, noi Torinesi dobbiamo risvegliare la voglia di pensare in maniera differente, uscendo dai soliti schemi che hanno governato le caste e i salotti (è illuminante a questo proposito lo studio “Reloading Torino” che ha trovato spazio su questo giornale). Dobbiamo sorpassare le ideologie per raccogliere persone di buona volontà intorno a progetti concreti, esagerare nel fare rete tra ambiti e programmi differenti, connettere persone con diversi punti di vista. Dobbiamo superare le incrostazioni ideologiche che contrappongono pubblico e privato per arrivare, invece, ad una sana collaborazione che permetta di utilizzare al meglio le risorse di tutti e possa ricucire diseguaglianze pericolose.

Esageruma, dunque, nei sogni, nei progetti concreti e nelle relazioni, pur mantenendo modi pacati, perché la rivoluzione può essere anche gentile e a volte, più che un energumeno vestito da vichingo, possono essere più incisivi i cittadini che si impegnano tutti i giorni per cambiare davvero le cose e le idee.


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