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lunedì 19 aprile 2021

Alleati senza identità

 Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere Torino in data 7 aprile 2021 con il titolo: "L'alleanza PD-M5S vuota di contenuti"

Ferve in città e a livello nazionale il dibattito sull'opportunità o meno di stringere un'alleanza politica tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, da attuarsi a partire dalla campagna elettorale d'autunno per eleggere dei nuovi Sindaci e Consigli Comunali delle grandi città. 

Mi spiace constatare che, ancora una volta, il dibattito ferve sul tema "alleanza sì o no" e sul nome della persona candidata alla guida della città, mentre sui contenuti si registra un glissons, legittimato dall'affermazione che la priorità è "battere le destre", slogan sventolato come un mantra.


Purtroppo, quando il cemento di un'alleanza è solo la necessità di battere qualcun altro, l'unione fa la debolezza, anzi la sconfitta di entrambi si può facilmente prevedere. Infatti, per costruire coalizioni che durino e producano i loro effetti, è indispensabile che le parti dichiarino i loro valori e le loro volontà, in modo da poterne trovare la parte in comune, da arricchire e potenziare per fare insieme qualcosa di più grande delle singole parti.


Dov'è questo lavoro di dichiarazione di valori tra PD e M5S, soprattutto qui a Torino? Sinceramente, come cittadina, non percepisco nulla di questo, anzi mi pare che le questioni identitarie vengano regolarmente nascoste sotto il tappeto, a partire dalla TAV. Come vogliono la Torino del futuro i due pretendenti? Da entrambe le parti non riesco a percepire un'idea concreta di città, al di là delle etichette irrinunciabili come la sostenibilità, la salute e il lavoro per tutti, facili da pronunciare e difficilissime da realizzare per davvero.


Mi piacerebbe che i fidanzati, in vista del matrimonio, dicessero chiaramente da che parte stanno sulla TAV, sulla mobilità metropolitana (anche al PD piacciono soltanto bici e monopattini?), sui grandi eventi, sulla politica culturale e su come attrarre investimenti industriali. Dovrebbero anche dire come intendono aumentare gli introiti della città per finanziare gli investimenti, come vorrebbero intervenire sull'organizzazione della macchina amministrativa comunale e come intendono attivarsi concretamente per intercettare i bisogni dei cittadini. Penso che questi temi, soprattutto se declinati in modo concreto, interessino e possano far appassionare tutti i cittadini, molto di più del dibattito tra le correnti del PD o le schegge impazzite del M5S. Di contenuti dobbiamo parlare, se vogliamo tornare a dire “Passion lives here” come per le Olimpiadi 2006.

Proprio sulla TAV, poi, vorrei sentire da chi si candida a guidare la città che, come prima cosa, dichiarerà Torino “città SÌ TAV”, rientrerà immediatamente nell’Osservatorio e si adoprerà con tutti i Comuni interessati dall'opera per sviluppare un progetto unitario che crei nuove opportunità per Torino e per la Valle di Susa. 


Se il PD non ha il coraggio di dichiarare la sua posizione a favore della TAV, magari per non procurare un dispiacere al fidanzato M5S, può essere certo di perdere tutti i voti di coloro che sono scesi in piazza a Torino per dire sì alla TAV e allo sviluppo del territorio, lasciando così alla sola destra la vittoria della battaglia per l'Alta Velocità e per il progresso.


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