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venerdì 27 marzo 2015

Priceless

Facevo la coda in un cinema del centro quando è arrivato un volto noto di cui non rivelerò il cognome nemmeno sotto tortura. Dopo avermi superata per raggiungere i suoi amici, ha dichiarato apertamente di aver diritto a non pagare il biglietto per sè e per un accompagnatore. Infatti, arrivata di fronte alla cassiera, ha sorriso e tirato dritto.

Ora mi chiedo: perché chi ricopre una carica pubblica importante può entrare gratis ad uno spettacolo evidentemente frequentato in maniera privata? Capirei fosse stata invitata nel palco d'onore alla prima della Scala in virtù dell'istituzione rappresentata, altrimenti per quale motivo dovrebbe la comunità offrirle il prezzo per il suo divertimento? Si tratta proprio di una consuetudine di ossequio ai potenti tipica di società di stampo medievale.

Seconda domanda: in presenza di usanze così barbare (nel senso di incivili), perché nel 2015 in questa persona non scatta quel minimo di orgoglio che farebbe comunque tirar fuori sette euro dal grasso portafoglio? Risposta: la decenza non abita in chi è assuefatto all'arroganza. In compenso, dilaga la meschinità nell'accettare prebende di soli sette euro (pardon, quattordici).

Arrivato il mio turno, ho pagato il dovuto per lo spettacolo e mi sono rallegrata di poter sempre camminare a testa alta: la dignità non ha prezzo.

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