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martedì 27 febbraio 2018

I leader devono essere simpatici?

Nella campagna elettorale i media tendono sempre a sottolineare gli errori di Matteo Renzi e, soprattutto, la sua antipatia. Si continua a ripetere, anche da parte di fonti autorevoli, che Renzi pecca di superbia, che è sbruffone, che non gode della simpatia degli Italiani.

Questo mi pare un discorso fuorviante e intrinsecamente populista. Da quando siamo chiamati a votare per chi ci è più simpatico? Abbiamo il dovere di scegliere un partito in grado di guidare il Paese o quello più "piacione"?

Quando scegliamo gli amici con cui uscire la sera per una pizza, viva il più simpatico e quello che racconta meglio le barzellette. Probabilmente usciamo a cena con amici più simpatici di Padoan o di Minniti.

Tuttavia, guidare l'Italia nel processo delle riforme, fare scelte economiche e di politica industriale, affrontare le sfide delle migrazioni, costruire il futuro del Paese passo passo anche nei momenti difficili, beh per quello ci vogliono competenze e una squadra di professionisti. Il dovere della stampa, se vuole affermarsi per il suo ruolo di qualità, dovrebbe essere proprio quello di evidenziare i fatti contro le emozioni suscitate dai personaggi.

D'altra parte, era simpatico Lincoln? Era simpatico Churchill? Meno male che erano antipatici e  capaci di tirare dritti per la loro strada, altrimenti ora vivremmo circondati dagli schiavi, o saremmo schiavi noi stessi, e governati da un dittatore.

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