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sabato 12 maggio 2018

Europa

Brano pubblicato il 9 maggio 2018 su La Stampa tra le lettere al Direttore.

I media ci informano che ogni giorno è la festa di qualcosa: una volta si celebrano gli sforzi per combattere una più o meno rara malattia, un'altra tutti a ballare in piazza per la giornata mondiale della danza e via di questo passo. Dalla festa internazionale del lombrico alla celebrazione globale della felicità ce n'è davvero per tutti i gusti. C'è la giornata dei mancini, della gioventù, del sorriso e perfino degli angeli custodi.

In tutta questa esplosione di entusiasmo per le più svariate cause, qualcuno si ricorda che il 9 maggio è la festa dell'Europa?

Il 9 maggio 1950 Robert Schuman, ministro degli Esteri francese, propose di mettere sotto un'unica autorità la produzione di carbone e acciaio di Francia e Germania, facendo così lavorare insieme su interessi comuni stati tradizionalmente nemici. Il discorso pronunciato da Schuman proprio il 9 maggio inizia così: "La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche."

In tempi attraversati da populismi e chiusure dovremmo molto ripensare a queste parole e celebrare tutti i progressi resi possibili dal lavoro di alcuni statisti illuminati. Perché non farlo e ricordare insieme questa giornata?

Forse il 9 maggio non avremo tempo per pensare all'Europa perché già occupati non solo a commemorare doverosamente le vittime della Seconda Guerra Mondiale, ma anche a celebrare la giornata mondiale degli uccelli migratori e la giornata internazionale della lentezza, entrambe decisamente più trendy.


P.S. Ho appreso della festa dell'Europa leggendo un giornale americano (rif. "Will Italy leave the E.U.? Not so fast!", Beppe Severgnini, New York Times, 27 aprile 2018)

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