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mercoledì 4 settembre 2019

Pallone

Manhattan, le otto di sera, è sceso il buio. Eppure tuo nipote è ancora qui a dar calci al pallone. Ha perso il senso del tempo e si è dimenticato che a casa lo aspettiamo, non senza qualche preoccupazione. A dodici anni gioca a pallone sensa cugnissiun.


Gli ho raccontato di quando tu da ragazzo, per giocare a pallone, tornavi sempre troppo tardi per la cena, così ti mandavano dritto in camera tua. Se andava bene, tua mamma recuperava qualcosa dalla cucina e te lo portava in camera perché non restassi digiuno fino al mattino dopo.

Oggi i tempi sono molto cambiati, si gioca a pallone anche nelle terre del baseball, sul campo sintetico sotto i grattacieli. Gli orari dei pasti non ci sono più e si mangia qualunque cosa a qualunque ora. La stessa autorità dei padri non è più quella di una volta.

Quando incontro i miei adorati nipoti americani, cerco di raccontare loro qualche storia, ripeto le tue barzellette ed insegno qualche parola in piemontese, così mi illudo di dare una continuità e un senso alla nostra storia.

Chissà che cosa diresti tu nel vederli crescere in un mondo così diverso. Forse non ti stupiresti tanto e guarderesti la sostanza al di là delle apparenze. Forse vedresti in loro le stesse gioie e le stesse paure che tutti abbiano avuto a quell'età.

Di certo capiresti benissimo come si può dimenticarsi di tornare a casa per dare calci ad un pallone, a Saluzzo o a Manhattan.

Ciao papà, mi manchi.

1 commento:

  1. Un Abbraccio Giò .... non ho avuto il piacere di conoscere direttamente tuo Papà...ma ho la fortuna di averti come amica... ed è merito anche suo di come sei !!!

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