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giovedì 9 aprile 2020

Candeline

1960 - Diventerò grande, ad ogni costo
Non posso ricordare che pochi flash o forse film che mi sono fatta da sola. Mi dicono che fossi testarda e puntassi i piedi per ottenere quel che volevo. Per uscire mi facevano mettere il paltò e le odiate scarpe alte adatte ai bambini. Guardavo il Maestro Manzi e imparavo a scrivere ricopiando quel che trovavo in casa, come i titoli dei giornali e le agende con le scritte grosse. Sognavo - questo lo ricordo bene - di compiere presto quattro anni per essere grande davvero.

1970 - Ce n'est qu'un début
Affascinata dalla rivoluzione di quelli poco più grandi di me, volevo farla subito anch'io. Mi ribellavo alle regole della scuola: al grembiule, all'ora di religione e alle classi tutte femminili. Piuttosto mettevo pantaloni e minigonna, facevo scorribande con i maschi e mi tuffavo dagli scogli più alti. Comperavo i 45 giri, perfino: "Je t'aime… moi non plus", senza capire niente. Avevo il mangiadischi color verde mela, amavo i Beatles e i Rolling Stones e vivevo come un big bang il primo grande amore.

1980 - La rivoluzione in byte
Laureata da poco in una disciplina sconosciuta ai più, mi chiedevano: "Informatica, che cos'è?". Così scoprivo che la rivoluzione si può fare anche con i computer inventando un mondo nuovo dove le macchine imparano a comprendere e a parlare. Trascinata dagli studi sull'intelligenza artificiale, attraversavo l'oceano per la prima volta, vedevo New York e l'emaití. Intanto, scoprivo che in quegli anni acquistare al volo anticoncezionali in USA richiedeva una certa scaltrezza naturale.

1990 - Si può fare
Tornata in Italia con due passaporti in tasca, mi giostravo tra un lavoro grande grande e bambini piccoli piccoli. Volevo dimostrare a me stessa e al mondo che si possono fare entrambe le cose, che una signora non deve rinunciare a procreare per lavorare, né deve abbassare le aspettative di carriera per aumentare la cura dei figli. La trasgressione era allattare un bambino di fronte a un neonato laptop, oppure viaggiare con passeggini e computerini, purché rigorosamente in tailleur.

2000 - Nervi saldi
I bambini sono abbastanza grandi per viaggiare insieme e ancora troppo piccoli per correre da soli. La famiglia si allarga dopo il divorzio, aumentano le responsabilità e gli impegni, così ora la rivoluzione è restare sereni anche in situazioni che tutti considerando destabilizzanti. Apprezzo la grande fortuna di aver avuto genitori sani di mente. Quando tolgo il tailleur ed infilo gli scarponi, cresce l'amore per la montagna e si affaccia l'idea che non sarebbe stato male fare l'alpino.

2010 - Imprese in salita
Libera da anticoncezionali e da logiche aziendali, apro la mia piccola impresa e conosco il morso nello stomaco causato dalla paura di non riuscire a chiudere il mese. Il senso di libertà è grande come quando si guardano le montagne e la soddisfazione ha lo stesso sapore del pane e salame mangiato quando si arriva in cima. Ho la fortuna di avere figli bravi e perfino un nipote piccolo piccolo con cui scopro la gioia pura. Giro tranquillamente in jeans e maglione, meglio se arancione.

2020 - Il futuro non è mai stato così incerto
E ora? Siamo capitati in un merdone che non ci aspettavamo, così di colpo è diventato molto difficile fare progetti o anche solo farsi tagliare i capelli. Ci vuole tenacia per non passare le giornate in tuta da ginnastica. Invece della disperazione apprezzo la fortuna di sentire che tante persone mi vogliono bene anche attraverso uno schermo, lavorare con colleghi a dir poco fantastici e, soprattutto, avere accanto una persona solida e allegra. Ho fatto bene a sposarmi ancora una volta (lui non so).



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