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giovedì 6 giugno 2013

L'epica americana

Questo pezzo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 su La Stampa come Editoriale dei Lettori.

Al cinema ho visto "Lincoln" e vorrei condividere alcune considerazioni sugli aspetti che mi hanno particolarmente colpita.


La prima osservazione è che i grandi uomini politici (si chiamano statisti?) sanno guardare sempre più avanti del popolo che li ha scelti. Non si piegano ai bassi calcoli dei politicanti,  agli umori del popolo o ai risultati dei sondaggi, ma sanno indicare una visione del futuro e la perseguono con costanza. I grandi passi nella storia avvengono grazie a personaggi con questa visione i quali, inoltre, sono animati da passione sincera e profonda.
Nel film viene splendidamente reso come Lincoln in ogni situazione avesse la capacità di salire al di sopra del problemino del momento, per inquadrarlo in una visione più ampia. Questo lo rendeva capace di confortare, dare speranza ed anche di essere duro riportando ciascuno alle proprie responsabilità. Mai spietato, però.

Mi hanno colpito la tenacia nel perseguire uno scopo anche di fronte a sconfortanti probabilità di successo ed il coraggio di assumersi personalmente la responsabilità di andare anche un po' al di là dello strettamente lecito, pur di raggiungere l'obiettivo. Per questi comportamenti bisogna avere un animo grande, che sappia superare l'eccessiva prudenza dei consiglieri di ogni risma.


Un'ultima considerazione, già condivisa con le amiche con le quali ho visto il film: tutte immaginavamo che per l'abolizione della schiavitù si fossero battuti i democratici, da sempre identificati come "ottimisti e di sinistra" (omaggio a Lucio Dalla), mentre era esattamente il contrario. Forse da sempre, nei momenti importanti della Storia, non esistono la destra e la sinistra, ma la frattura è tra chi sostiene la trasformazione del mondo su percorsi coraggiosi e chi invece, temendone le conseguenze, si chiude nella difesa dello status quo.

Chapeau agli Americani che sanno rappresentare la loro storia e costruire la loro epica in modo così efficace perché con linguaggio comunicativo diretto e comprensibile.

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